Giacomo Buranello sarà ingegnerie



 
Il capo dei Gap fucilato quando
ancora non aveva compiuto 23
anni sarà, a cent’anni dalla nascita,
anche l’ingegner Giacomo
Buranello, quello che avrebbe
voluto diventare se la guerra
e la reazione violenta del nazifascismo
non gli avessero stroncato
la vita il 3 marzo 1944.
Oltre 20 docenti della Scuola
Politecnica, insieme al centro
di Documentazione Logos hanno
infatti promosso una richiesta
per il conferimento della
Laurea alla Memoria a Buranello
— a cui già negli anni ’70 era
stata intitolata l’Aula Magna della
Facoltà di Ingegneria — e,
mentre il numero delle adesioni
tra i docenti ha già superato
le 70 firme, il Consiglio della
Scuola Politecnica ha approvato
all’unanimità la proposta, trasmettendola
ora ai vertici dell’Ateneo
a cui spetta la decisione
di attribuire il titolo.
«Noi ovviamente confidiamo
che il riconoscimento ci sia, anche
per sottolineare l’impegno
di Buranello in ogni campo —
spiega Domenico Saguato del
Centro di Documentazione Logos
— in ogni caso il 26 marzo,
un giorno prima della data del
centenario, visto che era nato il
27 marzo 1921, ci sarà una cerimonia
in suo ricordo al Centro
civico di Sampierdarena, a lui
intitolato, a cui parteciperà anche
il partigiano Giordano Bruschi».
Perché, non incidentalmente,
«Giotto» è stato tra i ragazzi
che Buranello, studente modello
al Liceo Cassini e poi a Ingegneria
— si era iscritto insieme a
Walter Fillak, un altro protagonista
della storia della Resistenza
a Genova — ,ha formato alla
Resistenza.
Era uno studente bravissimo,
alla maturità, il 17 luglio
1939, è stato lo studente con i voti
più alti del liceo Cassini e poco
dopo scrisse una lettera di
ringraziamento ad Antonino
Rossi, dirigente del Psi e poi del
Pci, che era stato il suo maestro
delle elementari, e gli ha insegnato
ad amare Mazzini, al cui
rigore morale si era ispirato e ripeteva
a tutti i giovani operai
«studiare, studiare, studiare
perché se volete riconquistare
una posizione sociale dovete
emergere rispetto agli altri»: e
lui che era figlio di un operaio
dell’Ansaldo che aveva come
compagno di banco il figlio di
un ricco banchiere lo sapeva bene
e lottava proprio con lo studio
contro questa differenza»,
racconta Bruschi, che lo ebbe
come insegnante di politica e
antifascismo.
«Lui era già all’università, ma
è stato il nostro insegnante perché
io ed altri compagni eravamo
stati espulsi dalle lezioni di
religione nel 1941 all’allora istituto
Vittorio Emanuele III, cioè
l’attuale liceo Gobetti, perché
avevamo sollevato la questione
di Darwin — spiega — e lui in biblioteca
ci ha fatto avere quei libri,
ma contemporaneamente
ci ha dato anche dei testi politici,
il manifesto dei comunisti e
uno di Federico Engels.
E proprio al Gobetti sarò il
prossimo venerdì a ricordarlo,
insieme al dono di due piante di mimosa».
Buranello, richiamato alle armi
nel marzo 1941 e inviato con
il grado di sergente alla caserma
Caperana di Chiavari — dove
tra gli altri incontrò Aldo Gastaldi,
«Bisagno» — aveva continuato
l’attività antifascista anche
da militare, prima di essere
arrestato nell’ottobre 1942 insieme
ad altri membri del Comitato
antifascista di Sampierdarena.
Dopo l’8 settembre assunse il
comando dei Gap genovesi, rendendo
protagonista di azioni
spericolate e sabotaggi contro i
nazisti; ricercato ovunque, era
stato inviato tra le formazioni
di montagna ma poi richiamato
a Genova per aiutare l’annunciato
sciopero nelle fabbriche
previsto per il 1° marzo 1944 e
poi fallito.
Il giorno seguente, riconosciuto
e bloccato dalla polizia,
sparò ma venne arrestato. Torturato
per un giorno intero senza
parlare, venne infine giustiziato
all’alba del 3 marzo al Forte
di San Giuliano.
La medaglia d’oro al valor militare
gli venne attribuita nel
dopoguerra; adesso, dopo tanto
studio e rigore, potrà avere
anche il titolo di ingegner Buranello.